Donare gli organi significa consentire condizioni di vita migliori a chi è obbligato a terapie lunghe e dolorose, come la dialisi, o nel permettere di riacquistare la vista a chi l’aveva perduta, attraverso il trapianto di cornea.
Durante l’incontro di giovedì 21 maggio “La donazione e il trapianto di organi: una conquista individuale e sociale” abbiamo avuto l’opportunità di affrontare un argomento molto interessante e di approfondirlo insieme al Dott. Adriano Peris, direttore dell’OTT, l’Organizzazione Toscana Trapianti e la socia del club Dott.ssa Marilù Bartiromo, Dirigente medico in Nefrologia, Dialisi e Medicina dei Trapianti.
“Fortunatamente i nostri intensivisti considerano la persona “deceduta”, quindi idonea al trapianto, solo quando tutto ciò che è contenuto all’interno della scatola cranica non funziona più, non si tratta solo di uno stato vegetativo.” – raccontano i Paris e Bartiromo – “Si tratta di un’assenza assoluta di tessuto nervoso sano, dalla morte encefalica non si torna più indietro, a differenza della lesione cerebrale grave, e questo concetto è molto difficile da comunicare ai parenti e alle persone vicine al donatore.”
La nostra legislazione prevede la “non opposizione”: ogni individuo deve dichiarare e confermare la non opposizione al trapianto, tutti i cittadini sono potenziali donatori e se non si vuole aderire ad un progetto di donazione lo può fare la persona in vita (quando rinnoviamo la carta di identità, ad esempio).
Quando una persona arriva in ospedale in una condizione clinica di morte encefalica, viene interrogato il sistema informatico dei trapianti e, se si è donatori, viene solo comunicato ai familiari che il paziente dovrà essere necessariamente avviato alla donazione di organi. Se non siamo inseriti in un progetto del genere, sono gli aventi diritto che possono esprimersi.
“Con gli organi donati noi riusciamo a far sopravvivere delle persone; le persone trapiantate sono soggetti fragili ma che presentano meno complicanze di prima del trapianto, hanno un’aspettativa di vita molto più alta (soprattutto per il trapianto del rene).” – proseguono Paris e Bartiromo – “Un altro elemento molto importante è la compatibilità tra donatore e paziente: noi abbiamo bisogno dell’organo giusto per il paziente.”
Occorre quindi far crescere la consapevolezza che la donazione è una cosa buona, se il famigliare del paziente che non ha espresso una volontà è indeciso, lo staff può intervenire cercando di convincerlo in questo senso.
“In merito al rapporto tra richiesta di donazione e offerta, noi copriamo 1/7 della richiesta, ci sono persone in lista di attesa ma che non saranno trapiantate per vari motivi. Noi possiamo soddisfare il 20% delle richieste.”
Al temine dell’incontro, la presidente Rita Pelagotti ha annunciato il service in favore dell’OTT
“Il RC Firenze Lorenzo il Magnifico, vicino all’OTT (Organizzazione Toscana Trapianti), ha completato la raccolta dei fondi per finanziare l’acquisto di strumentazioni tecnologiche (4 tablet) che consentono una rapida connessione necessaria al momento della donazione dell’organo, per informare le strutture medico chirugiche ad effettuare l’intervento.” – ha dichiarato Pelagotti – “Il Service fa parte dei progetti del Rotary Club Firenze Lorenzo il Magnifico nell’annata 2019-2020, presieduto da Rita Pelagotti.”
Il Dott. Adriano Peris e la Dott.ssa Marilù Bartirono nel corso delle proprie relazioni, hanno ringraziato il club per la sensibilità e la vicinanza al mondo dei trapianti che costituisce una grande dimostrazione di civiltà. La strumentazione sarà consegnata nei prossimi giorni.
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