Camaldoli, visita all’Eremo e al Monastero

Il nostro Caro Presidente ci ha coinvolto in questa iniziativa sia culturale sia conviviale. Anche dal suo programma possiamo vedere quanto stia a cuore a Pietro promuovere eventi culturali per favorire il nostro stare insieme in queste difficoltà. Infatti il numero dei partecipanti 28 è stato sicuramente testimone del buon successo della gita che ci ha proposto.

Siamo partiti di mattina  presto per affrontare le due ore di viaggio ( su tracciato curvilineo) necessarie per arrivare al Monastero ed all’Eremo. Nostra guida è stata  Alberta, che ci ha illustrato le bellezze che stavamo per ammirare.

Il Monastero, fondato con Bolla Pontificia nel 1215 , ospitava già da più di un secolo una nutrita comunità eremitica. Attualmente l’Eremo ed il Monastero sono suddivisi con diversità di funzioni. In particolare il Monastero è organizzato anche per fornire ospitalità e ristorazione ai pellegrini ed ai turisti.

La nostra visita è cominciata dal Monastero, precisamente dalla Chiesa dei Santi Donato ed Ilariano, con la Cappella superiore decorata da un giovane Vasari mediante tavole dipinte. Il resto del decoro della cappella consiste in affreschi neoclassici del pittore Sante Pacini, che racconta il miracolo del faggio, compiuto da San Romualdo, illustrando altresì l’ascesa al Cielo dei monaci camaldolesi vestiti di bianco.

Nella Sagrestia lignea esiste un quadro di datazione precedente che  descrive lo stesso miracolo.

La Chiesa, successivamente all’opera del Vasari, ha subito ristrutturazioni ed ampliamenti, con significativo rialzo della volta. Tra i numerosi dipinti che la decorano,  i più belli sono la Madonna con Bambino e la Natività, rappresentata su sfondo notturno.

Pausa pranzo ospitati nel monastero, abbiamo goduto della semplice ma gustosa cucina dei monaci, accompagnata da vino e da vin santo di produzione locale. Il presidente Pietro Lombardi dopo il pranzo ha ringraziato la nostra affezionata guida Alberta Piroci Branciaroli, storica dell’arte e scrittrice , consegnadoLe un piccolo regalo.

Nel pomeriggio, la visita all’eremo, composto da 20 celle e recintato da piante di abeti. Il Papa Clemente VII impose la scomunica a chi avesse tagliato un abete.

Per la visita alla biblioteca, siamo stati accompagnati da Padre Ubaldo, teologo universitario, amico del mio professore del liceo Michelangelo Padre Ciolini, agostiniano di Santo Spirito,  ben ricordato a Firenze ed altrove.

La mole e l’importanza dei testi ivi conservati, sia manoscritti che stampati( Aldo Manuzio e figli), rende quasi incredibile che nonostante ben tre soppressioni avvenute nei secoli( Lorena, Napoleone e 1860) ancora siano in tale numero e stato di conservazione grazie ai monaci che se ne sono presi cura.

Ricordiamo che Camaldoli non ha sovvenzioni di alcun genere che non vengano dall’amministrazione delle proprie risorse e dalla cura del tesoro artistico ivi presente.

In ultimo abbiamo visitato la chiesa barocca dell’eremo , volutamente grandiosa di stucchi perché costruita in periodo di controriforma, per sbalordire con l’apoteosi della cristianità cattolica  i viaggiatori del Grand Tour.

Dopo questo primo assaggio tanto gradito da tutti non vediamo l’ora di stare insieme sabato p.v a Siena per la visita della Cattedrale restaurato.

 

di Chiara Bendinelli

Add Comment

Click here to post a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.