Giovedì 20 marzo 2025, nella suggestiva cornice di Villa Viviani, il RC Firenze Lorenzo il Magnifico ha organizzato una conviviale dedicata a uno dei temi più urgenti dell’attualità: la pace. Un incontro che ha offerto ai soci l’opportunità di riflettere, grazie a testimonianze qualificate, sul ruolo del Rotary per la costruzione di una cultura della mediazione e della convivenza.
Ad aprire la sessione è stato Franco Piani, Presidente della Commissione Distrettuale Azione Internazionale, che ha condiviso le sue riflessioni soffermandosi sull’importanza della collaborazione tra i Club e sulle iniziative concrete portate avanti dal Rotary. Ha evidenziato come la pace, in questo tempo segnato da tensioni e conflitti, deve essere affrontata con strumenti e reti ben organizzate, capaci di promuovere una crescita della comunità attraverso un’azione internazionale.
È seguita la testimonianza dell’avvocato Claudia Caluori, socia del RC Firenze Est, ex borsista della Pace del Rotary presso la Chulalongkorn University di Bangkok nel 2019. Esperta di ADR e mediazione, Caluori ha sottolineando quanto quel percorso abbia inciso profondamente sul suo approccio professionale e umano.
“Il conflitto non è solo armato, spesso è silenzioso e culturale. La formazione mi ha insegnato ad analizzare e intervenire con strumenti professionali, ma anche umani. I Centri della Pace del Rotary sono distribuiti in diverse università nel mondo, il loro obiettivo è rafforzare le competenze di professionisti della pace e dello sviluppo, rendendoli catalizzatori efficaci di trasformazione nei propri contesti locali e internazionali”.
L’intervento della nostra socia Silvia Guetta, docente di Pedagogia della Pace all’Università degli Studi di Firenze, ha guidato il pubblico in un viaggio attraverso la pedagogia della pace, illustrando come l’educazione possa diventare lo strumento fondamentale per prevenire il conflitto e promuovere la convivenza pacifica. Ha ricordato la storica “Partita del Cuore per la Pace” del 2000, giocata all’Olimpico di Roma tra israeliani e palestinesi, alla presenza di Yasser Arafat e Shimon Peres: un evento che ha sicuramente segnato il suo sguardo educativo. Da allora, attraverso la Cattedra UNESCO e il progetto “Sails for Peace”, ha coinvolto giovani di culture opposte in esperienze concrete di cooperazione, come la navigazione in barca a vela, dove i ragazzi hanno dovuto collaborare e fidarsi uno dell’altro in un ambiente particolare, uno spazio ristretto e a contatto con la natura.
Il suo lavoro si è poi arricchito grazie alla collaborazione con Angelica Edna Calò Livnè, fondatrice del Teatro Arcobaleno e candidata al Nobel per la Pace. Insieme hanno condotto a Firenze laboratori universitari basati sulle arti performative come strumenti di dialogo.
“Nei laboratori, l’arte — in particolare il teatro, la danza e la musica — viene utilizzata come linguaggio universale, capace di superare barriere culturali, linguistiche e ideologiche. Attraverso le arti performative si lavora sull’ascolto e sulla capacità di entrare in empatia con l’altro. La pace richiede pazienza, creatività, problem solving, oltre alla capacità di rivedere sé stessi nel rapporto con l’altro. La domanda da cui partire è semplice e potente: qual è l’azione di pace che ho vissuto oggi, che ho dato o ricevuto? La pace è quotidianità consapevole. Il sapere non basta per garantirla, perché la guerra è una forma culturale alta, sostenuta dall’economia e dalla scienza. Dobbiamo curvare il sapere affinché diventi strumento di convivenza”. Infine Guetta ha distribuito ai presenti un foglietto con una domanda semplice ma potente: “Scrivete cosa proponeste come rotariani promotori di pace“. Un invito concreto e simbolico che ha spinto ciascuno a interrogarsi sul proprio ruolo come ‘costruttore di pace’.
A concludere gli interventi, la voce di Greta Martini, PhD in Pedagogia e rotaractiana del Club Firenze Est, già Rappresentante Distrettuale Rotaract, che ha proposto di candidare Firenze come prossimo Centro della Pace del Rotary. Un progetto ambizioso, ma concreto.
“La nostra città ha già le risorse accademiche, le competenze e la rete culturale per diventare un polo formativo internazionale per la leadership nella costruzione della pace – ha affermato Martini – I Centri della Pace, attualmente distribuiti tra Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Giappone, Uganda, Australia, Tailandia e Turchia, sono pensati per formare giovani professionisti e leader globali capaci di trasformare il mondo. Portare uno di questi centri a Firenze significherebbe valorizzare la vocazione umanistica della città e generare un impatto tangibile sul territorio, rendendo il Rotary protagonista nella costruzione di un futuro più giusto”.
“Siamo orgogliosi di aver ospitato una serata così intensa e significativa. – ha dichiarato il nostro Presidente, Raoul Masini – Le testimonianze ascoltate ci hanno offerto interessanti spunti di riflessione e ci hanno ricordato che ognuno, attraverso le proprie competenze e la propria visione, può impegnarsi a diventare costruttore di pace anche nella vita di tutti i giorni.”
Add Comment