Giovedì 7 febbraio ore 19 il ns. club ha avuto un incontro con L’ Ing. Salvatore Angotti relatore delle problematiche, benefici e possibili rischi, derivanti dall’ “ Intelligenza Artificiale” che ormai ci circonda ed e’ in continua evoluzione e crescita esponenziale. Tante le domande e i chiarimenti richiesti. L’ Ing. Angotti ha consigliato vari libri da leggere per approfondire L’ argomento e ci ha inoltrato le slide della relazione, insistentemente richieste dai soci. Ecco la relazione dell’ Ing. Angotti
L’intelligenza Artificiale (I.A.) è ormai prepotentemente parte della nostra vita quotidiana, più di quanto si immagini e da molto più tempo rispetto alle notizie ormai quotidianamente presenti sui media ed in ogni comunicazione commerciale: telefoni cellulari con il riconoscimento della voce e del volto, automobili a guida autonoma, elettrodomestici robotizzati, gli assistenti vocali Google Home e Alexa di cui si prevede una diffusione ‘pervasiva’ addirittura superiore a quella dei cellulari e che stiamo già addestrando con i comportamenti quotidiani, le abitudini, i nostri gusti. Applicazioni meno conosciute e nel nostro immaginario ritenute fantascientifiche sono già funzionanti da tempo e condizionano i nostri comportamenti: articoli redatti dalla I.A., messaggi ad personam, modellati sia nella forma (in che modo acquisiamo ed interiorizziamo informazioni) che nel contenuto (quali sono i nostri bisogni compulsivi) in base al ‘profilo’ che emerge dal comportamento tenuto sui social network e nella navigazione su Internet, che attualmente è il più grande sistema di rete di I.A, ed aggregatore di informazioni, i cosiddetti Big Data.
Ma se questa è l’attuale situazione, di cui oggi siamo per lo più passivi consumatori, il relatore, affiancandosi al parere dei personaggi più autorevoli in questo settore, esprime la sua più forte preoccupazione per la cosiddetta ‘singolarità’, momento in cui una I.A, di livello umano, peraltro ancora non raggiunto, subirà una improvvisa accelerazione verso la ‘superintelligenza’ delle macchine caratterizzata da potenza, velocità elaborativa, resistenza, capillarità ed, infine, una autonomia cognitiva sulla quale l’uomo non avrà più modo di intervenire, perdendone il controllo. A parere di molti studiosi, questo momento sembrerebbe inevitabile per il fatto che gli algoritmi di I.A., i cosiddetti programmi genetici e neuromorfici che, come nell’uomo, modificano autonomamente la loro struttura via via che apprendono, di fatto realizzano in tempi brevissimi i passi evolutivi che la biologia ha compiuto in milioni di anni.
Il problema del controllo della I.A. che gli scienziati si stanno ponendo è esattamente quello della previsione di come tale intelligenza possa evolversi e se la sopravvivenza del genere umano, così come noi lo conosciamo, possa esserne compromessa.
Potersi sottrarre a questo processo è impossibile, in quanto la I.A. è ormai percepita come una inevitabile opportunità di sopravvivenza alla complessità della vita odierna: non utilizzare un computer o un cellulare non è ragionevolmente accettabile. La strada è probabilmente un’altra: riscoprire la nostra intima natura per capire cosa dell’uomo non è replicabile in quell’automa così spaventosamente veloce e resistente e sul quel piano mantenere attiva una consapevole differenza.
La sfida, già ora, è sostanzialmente a carattere cognitivo e filosofico prima ancora che tecnologica.
Salvatore Angotti, Firenze 7 febbraio 2019
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