Etica del Rotary, caminetto con Franco Angotti

In occasione del caminetto di giovedì 9 febbraio, che si è svolto come di consueto presso il ristorante La Carabaccia, il Presidente del RC Firenze Lorenzo il Magnifico Pino D’Aliesio ci ha presentato il Prof. Ing. Franco Angotti, past Governatore del Distretto 2070, che per l’occasione ci ha parlato di Etica del Rotary. Un incontro molto interessante che ha sollevato anche tanti spunti di riflessione.

Affrontando il tema dell’etica, il prof. Angotti ha innanzitutto evidenziato come questa venga tradizionalmente associata alla leadership.

“Una caratteristica che come rotariani si dovrebbe possedere, condividendo però senza riserve i valori del Rotary, ovvero l’amicizia, intesa come mezzo per favorire i rapporti interpersonali; la diversità, soprattutto per abbattere le frontiere; l’integrità soprattutto morale e negli affari; il servizio, la nostra principale missione, e infine la leadership, intesa come capacità di guidare, ispirare e motivare”.

L’etica rotariana, ha ricordato Angotti, è magistralmente sintetizzata dalla famosa prova delle quattro domande che ogni rotariano dovrebbe farsi. Ciò che penso, dico o faccio risponde a verità? E’ giusto per tutti gli interessati? Promuoverà buona volontà e migliori rapporti di amicizia? Sarà vantaggioso per tutti gli interessati?

Il prof. Angotti ha poi ribadito i requisiti essenziali per essere un leader, che sono integrità, coraggio, passione e impegno, qualità che costituiscono la base per costruire relazioni durevoli, dentro e fuori dal Rotary.

Il fatto che il Rotary abbia l’esigenza i cambiare e migliorare, ha sottolineato Angotti, nasce dalla constatazione che qualcosa non funziona più, o non è più adeguato al mondo che cambia.  E una figura che potrebbe affacciarsi al mondo rotariano oggi è, secondo il professore, quella dell’intellettuale.

“Lintellettuale ha sempre svolto un ruolo fondamentale nella società. Non è necessariamente il laureato o l’erudito, le sue competenze possono essere messe in discussione dagli incompetenti, e in tal caso l’intellettuale ha l’obbligo di spiegare; e la spiegazione diventa educazione. Egli è impegnato in un’attività di riflessione in pubblico e di istruzione del pubblico. In ciò si misura la sua attitudine multiforme che lo fa uscire dal suo campo specialistico”.

Secondo Angotti, l’intellettuale oggi dovrebbe aiutarci a salvarci dagli apedeuti i quali, incapaci di seguire un corso di studi severi, si dedicano a screditare il sapere, dai populisti, tipici dei periodi di crisi caratterizzati da un deficit culturale come il nostro, e anche dalla coltivazione dell’ignoranza e dal rifiuto della scienza.

“C’è bisogno degli intellettuali nei mezzi di comunicazione, dove spesso impera la tuttologia e una scarsa cultura civica, e possono rispondere all’esaurimento dell’attitudine al dialogo dovuto alla possibilità di tutti di esprimersi attraverso il web. Gli intellettuali dovrebbero insegnare razionalità e dialogo, ma anche contrastare i catastrofisti, nonché far sperare in un futuro migliore riconoscendo anche il valore della Storia”.

Riassumendo, il ruolo dell’intellettuale pare essere, secondo questa riflessione, molto coerente con i valori rotariani.

“Mi piace pensare che il Rotary su questi temi possa impegnarsi tanto da svolgere una funzione tipica degli intellettuali, ed essere perciò artefice e protagonista di una svolta nei difficili tempi che stiamo vivendo. Ciò che richiede forse una buona capacità di “reinventarsi” ma senza tradire gli obiettivi rotariani.”, ha concluso il prof. Angotti.

Ospiti del caminetto Giulio Benevento, vicepresidente Rotaract Firenze Bisenzio, ed Elisa Noferi, membro e futuro presidente del Rotaract Club Firenze Sesto Michelangelo.

 

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