Il club è nato per la grande amicizia tra mio padre Giovanni Corti e il prof. Aldo Bolletti. La costola del Rotary Club Firenze ha iniziato il suo cammino in una serata piovigginosa d’inverno, nel lontano 1997, quando, i due più anziani soci del Rotary Club Firenze, si trovarono con Pietro Cardinali nel salotto della casa dei miei genitori.
Il Prof. Bolletti era stato incaricato dal Governatore Beppe Fini di formare un nuovo Club nell’area del Bisenzio; nello stesso tempo l’Avv. Giorgio Bompani era stato incaricato di creare un Club a Sesto Fiorentino e a Calenzano. Ma mentre per quest’ultimo fu facile trovare i “famosi” 20 soci, il prof. Bolletti non sapeva dove trovarli nell’area delle Signe, dove era ben radicato allora il Lions Club. Pensa e ripensa chi meglio dell’amico Corti poteva aiutarlo a trovare imprenditori e professionisti in quell’area?
Mio padre, infatti, è stato uno dei più grandi testimoni, in quel di Signa, della tradizione toscana nella lavorazione della paglia e si è occupato per tutta la vita dell’azienda di famiglia la “Giulio Corti” e f.llo, una fabbrica di cappelli di paglia che ha iniziato la sua strada con il cosiddetto “canotto di paglia”, che esportava già negli anni 30 negli Usa e in Europa. Per lo sviluppo dell’attività mio padre ha modifi cato, grazie alle sue ingegnose trovate, le tradizionali macchine e ne ha realizzate di nuove per ottimizzare la produzione.
Quando il canotto di paglia ha perso interesse, ha iniziato a produrre cappelli con altri materiali fra cui il “lanitrex”, materiale antipioggia e antipiega che lui stesso ha brevettato. Negli anni 70/80 ha ricoperto anche vari incarichi in Confi ndustria, ove ha conosciuto Pietro Cardinali che poi ha inserito nel Club insieme a mio fratello Luca, a mio marito e alla maggioranza degli altri soci fondatori. Mio padre era una persona espansiva e dal complimento facile verso gli altri, ma intransigente con se stesso e con i suoi familiari. Sensibile, colto e profondamente attaccato alla sua famiglia. La sua esclamazione più frequente era “Voi pensate a voi che a Giovanni Corti ci penso io”. La sua testimonianza di fede era invece: “che il signore ci illumini!” Ricordo infi ne come fu contento quando ricevette, prima dal suo club, e poi dal nostro, due Paul Harris per l’attaccamento al Rotary e per il contributo dato alla nascita del Bisenzio.
Gabriella Cocchi
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