Durante il Caminetto tenutosi giovedì 11 gennaio presso il ristorante La Carabaccia, abbiamo avuto il piacere di accogliere l’Ing. Salvatore Angotti che ci ha guidato in un’avvincente riflessione sul tema “A.D.2023 e Intelligenza Artificiale, cosa è successo?“. Un argomento sicuramente tra i più dibattuti del nostro tempo in quanto l’Intelligenza Artificiale (IA), oltre a offrire promesse di innovazione senza precedenti, solleva numerosi interrogativi, talvolta anche inquietanti, sul prossimo futuro.
“Diciamo subito che il progettista di un software tradizionale non fa che scrivere dei comandi, la macchina li elabora ed esegue. Con l’IA è stato creato un modello di linguaggio, e soprattutto una struttura interna per cui nel momento in cui la macchina deve fare una scelta e questa scelta non risponde al risultato atteso, cambia i suoi comandi in maniera autonoma e si svincola dal progettista. – ha spiegato Angotti – La macchina si autoaddestra per raggiungere l’obiettivo finale. Un esempio lampante è AlphaGo Zero, ultima versione di intelligenza artificiale di Google DeepMind, che ha imparato da sola a giocare a Go, complicatissimo gioco di strategia cinese, e dopo aver ricevuto come input soltanto le regole base, in pochi mesi ha battuto il campione del mondo”.
Il 2023 per l’IA è stato un anno straordinario, che ha capovolto dei paradigmi portando l’umanità a una sorta di ‘bivio antropologico’: nel novembre 2022 la OpenAI ha dato a disposizione del mondo ChatGPT (Generative Pretrained Transformer): uno strumento di elaborazione di linguaggio naturale che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte simili a quelle umane.
“Un sistema che accede, grazie a internet e ai nostri click, a 540 miliardi di dati al giorno; in questo modo stiamo addestrando l’IA, gli stiamo consegnando i nostri schemi. Da tempo è noto che in base al nostro comportamento di acquisto online riceviamo una pubblicità mirata perché un algoritmo come Amazon ci sta osservando. Siamo di fronte a Software che agiscono, ricevono anche un ‘premio’ ma non hanno una ‘coscienza’, e questo è importante sottolinearlo.”.
Cambiare in autonomia la propria struttura interna come fa l’IA è quello che accade anche al nostro cervello che non fa altro che modificare le connessioni neurali, le sue ‘configurazioni’.
“Non a caso gli algoritmi dell’IA si chiamano ‘reti neurali’ perché hanno la struttura simile a quella cerebrale però con una grande differenza: il cervello funziona nell’ordine di millesimi di secondo mentre una macchina viaggia alla velocità della luce. Oltre a questo l’uomo non è in grado di fare il backup, al contrario del computer che ha una disponibilità di dati immensa rispetto all’esperienza umana. Riassumendo, non potremo mai controllare l’IA”.
Il dibattito etico sulla IA è molto acceso e da tempo gli scienziati si stanno ponendo il problema di come tale intelligenza possa evolversi. Basti pensare che recentemente Sam Altman (OpenAI, creatore di ChatGPT), Elon Musk (X, Tesla, Starlink e non solo), Bill Gates (ex Microsoft, ecc.) e Mark Zuckerberg (Meta) si sono incontrati per parlare del futuro della IA e cercare di creare un’etica di controllo”.
Potersi sottrarre a questo processo è impossibile, in quanto la IA è ormai percepita come una irrinunciabile opportunità di sopravvivenza alla complessità della vita odierna.
“La strada è probabilmente un’altra: essere consapevoli che siamo diversi ma possiamo sopravvivere come intelligenza umana, riscoprire la nostra intima natura, mantenere attiva una consapevole differenza. La sfida è sostanzialmente a carattere filosofico e spirituale, al contrario della macchina, l’uomo ha la possibilità di contraddire le leggi di natura. “Conosci te stesso” è la chiave per capire la differenza tra noi e le macchine. Le macchine ragionano su una memoria enorme che è quella dei dati (Big Data), l’uomo ha qualcosa in più che esula dai dati, è quel concetto platonico dei valori, dei concetti astratti, del libero arbitrio. Ed è su questa differenza che l’uomo può interagire con la macchina e conviverci”.
La serata ha registrato un notevole riscontro da parte dei soci e degli amici presenti, evidenziando una grande curiosità verso il tema trattato. La competenza e la maestria del relatore hanno indubbiamente contribuito a rendere l’evento particolarmente coinvolgente e stimolante.
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